Tutti conosciamo la penna biro o penna a sfera (Bic), tutti ne possediamo almeno una che giace nel fondo di una borsa dentro un qualche cassetto o abbandonata su di una scrivania. Anche oggi che carta e penna stanno lasciando sempre più il posto a strumenti digitali, esiste ancora qualcuno che ama dilettarsi con la penna Bic e cerca di esternare delle sensazioni.
La penna a sfera rimane uno strumento leggero, pratico e portatile per appuntare ciò che si vuole ricordare o fissare non solo nella memoria, perché a volte non necessariamente le parole esprimono in modo efficace tutto ciò che vogliamo ricordare o comunicare.
Siamo abituati a pensare alla penna a sfera come lo strumento sviluppato per scrivere e lo vediamo solo con quello scopo, ci sono persone che riescono a vedere attraverso questo mezzo e lo trasformano in uno strumento per disegnare, per modulare il tratto e trarne segni forti, chiaroscuri e volumi spettacolari.
Cambiando l’inclinazione della punta si possono ottenere segni più scuri o più leggeri, proprio come avviene con la matita, ma non avremmo mai un segno pastoso della vecchia e pur sempre attuale della grafite. La penna è una cosa diversa, la penna lascia un segno grafico che rende tutto più rigoroso ma non necessariamente freddo.
Nel disegno a matita, lo strumento gomma ha un suo peso e lascia la possibilità di cancellare gli errori, limitano la soglia di attenzione della buona riuscita della linea o del tratteggio che si esegue; la penna è uno strumento versatile che contrariamente alla matita non permette il tempo dell’errore. Perché l’inchiostro si fissa sul foglio ad ogni passaggio e non si cancella, si può correggere, intensificare, ma quando il segno è fatto resta nella sua forma originale!
L’impossibilità di correzione, stimolano ad una maggiore attenzione e alla capacità di autocorrezione. Chi ha imparato a disegnare con la penna bic, è più sicuro, deciso e rigoroso nel tratto e acquisisce maggiore sensibilità nella qualità della linea e del segno grafico.
Chi è abituato a depositare le sue emozioni attraverso la penna, ha imparato a disegnare con la calma di chi, con un attento esercizio ha educato la propria mano collegata alla mente. Calibrando i gesti, cambiando l’impugnatura riesce a fare viaggiare la sfera sulla carta con varie velocità e lunghezze dei tratti. Agendo sulla mobilità del polso e della mano cambia il tratteggio e la sua curvatura.
L’inchiostro della penna sfera è poco modulabile e limitato nei colori, per ottenere una bella trama in un chiaroscuro a penna si dovrà scegliere con cura le direzioni del tratteggio e cambiarne la direzione ogni qualvolta si vuole intensificare il colore e l’intensità.
La riflessività, il rigore e l’esercizio sono la sintesi di questi lavori a penna di Fabrizio che ha voluto creare un capitolo di opere che lo traspongono in un mondo parallelo a quello dei colori e della materia che rappresentano il suo modo di raccontarsi.